L’era della digitalizzazione ha aperto la strada a numerosi cambiamenti nel tessuto industriale globale, portando le imprese a confrontarsi con sfide sempre più complesse e dinamiche. In questo contesto, il Piano di Transizione 5.0 emerge come una bussola indispensabile per le aziende che aspirano a rimanere competitive nel nuovo panorama economico e tecnologico.
Con la recente promulgazione della Legge 56 del 29 aprile 2024, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 100 del 30/04/2024, questo approccio innovativo diventa una realtà normativa concreta, integrando e formalizzando pratiche e tecnologie all’avanguardia in ambito aziendale.
Dopo i provvedimenti dell’Industria 4.0, il piano rappresenta un ulteriore volano per accelerare il passaggio all’industria 5.0, che mira alla creazione di un equilibrio tra le necessità produttive e le istanze socio-ambientali, coniugando sostenibilità, automazione avanzata e collaborazione uomo-macchina.
Cos’è il Piano Transizione 5.0
Il Piano di Transizione 5.0 rappresenta l’evoluzione naturale delle precedenti fasi industriali, integrando avanzate tecnologie digitali con un approccio olistico e umano-centrico all’attività produttiva. L’obiettivo è promuovere una trasformazione che non sia solo tecnologica, ma che includa anche aspetti di sostenibilità, benessere individuale e miglioramento continuo dei processi.
Circa 13 i miliardi a disposizione tra quest’anno e il prossimo per la transizione digitale: 6,3 parte del piano appena approvato e 6,4 previsti dalla legge di bilancio, uno stanziamento che permetterà «alle nostre imprese di innovarsi per vincere la sfida della duplice transizione digitale e green, nei due anni decisivi 2024/2025, in cui si ridisegnano gli assetti geoeconomici – ha dichiarato in una nota ufficiale il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso – Oltre agli investimenti in beni strumentali, la misura è orientata anche alla formazione dei lavoratori, perché le competenze sono il fattore che fa la differenza soprattutto per il nostro Made in Italy» [fonte: https://www.mimit.gov.it/it/notizie-stampa/mimit-dl-pnrr-al-via-transizione-5-0-6-3-miliardi-per-la-sfida-green-e-digitale-delle-imprese].
Obiettivo di questo ambizioso piano è che diventi «architrave della nostra politica industriale», come ha dichiarato ancora il Ministro Urso, con l’obiettivo di fornire un sostegno attivo alle imprese nell’evoluzione verso un’economia che, accanto a innovazione e competitività, si impegni nella creazione di valore per le persone e per l’ambiente.
I Pilastri del Piano Transizione 5.0
Il Piano Transizione 5.0 si basa su tre pilastri fondamentali:
- Incentivi Finanziari: Strutturati come crediti d’imposta, questi incentivi sono pensati per supportare investimenti significativi in tecnologia e sostenibilità. Il credito varia in base al risparmio energetico ottenuto, con aliquote maggiorate per i risparmi più elevati.
- Formazione e Sviluppo delle Competenze: Il piano pone un forte accento sulla formazione del personale, essenziale per gestire le nuove tecnologie e ottimizzare i processi produttivi.
- Sostenibilità e Innovazione Tecnologica: Gli incentivi sono orientati non solo a migliorare l’efficienza, ma anche a ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive, promuovendo l’uso di energie rinnovabili e l’ottimizzazione dei consumi energetici.
Come Funziona il Piano Transizione 5.0: incentivi, spese ammissibili, domanda
Nessuna valutazione preliminare, né distinzioni date in base al settore di attività dell’impresa, alle sue dimensioni o alla sua localizzazione. Il credito di imposta per la Transizione 5.0 sarà erogato per favorire investimenti in beni materiali e immateriali a patto che l’azienda operi una riduzione dei consumi energetici del 3% se riferiti alla specifica unità produttiva e del 5% se il riferimento è sul processo interessato dall’investimento.
Il sistema di credito d’imposta varia poi in base al tipo e all’entità dell’investimento:
- Fino al 45% di credito d’imposta per investimenti che realizzano un risparmio energetico significativo.
- Incentivi per l’acquisto di macchinari e software innovativi, compresi quelli che migliorano l’efficienza energetica o che sono direttamente coinvolti nella produzione di energia rinnovabile.
- Supporto alla formazione tecnica del personale, con una quota degli incentivi dedicata esclusivamente a questo scopo.
Le spese ammissibili comprendono l’acquisto di beni materiali e immateriali, investimenti in formazione, e spese per l’introduzione di sistemi di gestione energetica avanzati. Tra i beni compresi anche software e applicazioni per la fabbrica intelligente in grado di garantire monitoraggio continuo e di rilevare consumi energetici ed energia autoprodotta e consumata o infrastrutture tecnologiche che prevedono meccanismi di efficientamento energetico grazie alla raccolta di dati ottenuti da sensori IoT. A questi si aggiungono software di gestione d’impresa acquistati contestualmente alle tecnologie citate in precedenza.
Per accedere agli incentivi, le imprese devono presentare al GSE una documentazione che certifichi i benefici energetici attesi e realizzati, attraverso una procedura semplificata rispetto al passato.
Transizione 5.0. Benefici per le Aziende: perché cogliere queste opportunità
Adottare il Piano Transizione 5.0 non solo consente alle aziende di beneficiare di incentivi economici significativi, ma offre anche l’opportunità di posizionarsi come leader nel mercato sempre più orientato alla sostenibilità. Gli investimenti in tecnologie innovative e in pratiche sostenibili possono migliorare notevolmente l’efficienza, ridurre i costi operativi a lungo termine e migliorare l’immagine aziendale nel rispetto dell’ambiente.
Il Ruolo di Quin al fianco delle imprese per la Transizione 5.0
Quin, con la sua profonda competenza in consulenza strategica ed esecutiva, si pone al fianco delle aziende che vogliono navigare con successo le sfide della Transizione 5.0. Attraverso un’analisi approfondita, la definizione di strategie ad hoc e l’introduzione delle migliori soluzioni tecnologiche, Quin aiuta le aziende a implementare soluzioni su misura che ottimizzano i processi e massimizzano i benefici degli incentivi disponibili, supportandole in un percorso di crescita, di miglioramento continuo, di aumento della propria competitività, attraverso un approccio che coinvolge in modo sinergico persone, processi e tecnologie. Il cambiamento culturale, la cultura della digitalizzazione, rimangono, anche nella transizione 5.0, fattori che possono decretare il successo o il fallimento di questo tipo di percorsi: senza di essi il rischio è di fermarsi a investimenti finanziati per un mero aggiornamento tecnologico che, da solo, non potrà portare a una crescita reale e continuativa dell’impresa né al raggiungimento degli obiettivi di business.