Due casi di successo firmati Quin ed Engineering
In un mercato sempre più automatizzato e tecnologico è fondamentale digitalizzare i processi: investire sulla digital maturity della propria azienda significa lavorare sull’incremento della competitività.
Il primo passo verso il cambiamento è misurare il livello di maturità digitale per indagare quanto processi, tecnologie e organizzazione siano sviluppate partendo dalla complessità del business.
“Oggi la sfida più grande per la Supply Chain è trasformare la gestione della conoscenza e dei fattori competitivi che differenziano ogni azienda da un processo manuale a un processo digitale – spiega Andrea Bertozzi di Engineering riprendendo i contenuti di un Instant Paper “Supply Chain” pubblicato pochi mesi fa – La vera prova, come accade per altri processi aziendali, è rappresentata dalla trasformazione digitale, un paradigma rispetto al quale misurare approcci e maturità verso il cambiamento: questo non deve né può spaventare, ma deve essere un momento di miglioramento della propria catena del valore”.
Andrea Bertozzi è il responsabile di un team di esperti in SCM del Gruppo Engineering, tra i principali attori del mondo IT, che supporta le aziende nel percorso di digital transformation attraverso un approccio innovativo, che permette di far incontrare le esigenze del business con le opportunità della tecnologia, per fare in modo che il miglioramento dell’organizzazione aziendale si affianchi all’introduzione di soluzioni tecnologiche in grado di ottimizzare i processi della Supply Chain estesa.
Ed è proprio con Engineering che da molti anni Quin ha avviato un’importante partnership che porta a proporre sul mercato il Digital Maturity Assessment attraverso l’adozione del modello Quin Maturity X.0.
Digitalizzare i processi con il Quin Maturity X.0
Come abbiamo già avuto modo di trattare precedentemente, per valutare la maturità digitale di un’organizzazione Quin ha sviluppato il Quin Maturity X.0, un maturity model che, partendo dall’analisi della complessità di un business, è in grado di indicare all’impresa le maggiori criticità interne all’organizzazione e fornire quindi dati fondamentali per pianificare le attività e gli interventi prioritari per raggiungere gli obiettivi di business fissati.
Grazie alla sua struttura modulare, che consente di approfondire specifiche aree di interesse e poi disegnare un percorso di trasformazione digitale in linea con l’output dell’assessment, il maturity model sviluppato da Quin è efficace in realtà diverse per complessità e tipologia: da quelle più strutturate a quelle più piccole, come dimostrano i casi di successo gestiti da Quin e Engineering e presentati di seguito in questo articolo.
Il maturity model, chiave del successo di una grande azienda verso la digital transformation
Il primo caso di applicazione riguarda un’azienda di grandi dimensioni attiva nel settore delle apparecchiature fluidodinamiche,con un fatturato superiore ai 100 milioni di euro e parte di una multinazionale con un fatturato superiore al miliardo di euro. La realtà in questione prima dell’utilizzo del maturity model si trovava al centro di una fusione con altre imprese e aveva la necessità di uniformare procedure e sistemi informativi delle diverse entità. Il passaggio a un nuovo ERP era già stato stabilito, per cui la criticità principale consisteva nell’individuare i gap principali per compiere la trasformazione digitale con successo.
“Il Digital Maturity Assessment è stato in questo caso il primo passo di un percorso di trasformazione digitale ad alto impatto per l’azienda coinvolta – spiega Andrea Bertozzi – L’analisi condotta con il Quin Maturity X.0 ha permesso di far emergere in modo chiaro e misurabile le principali criticità con cui l’azienda ha dovuto confrontarsi durante il percorso di trasformazione, offrendo la possibilità di prevenire i rischi e di creare una maggiore consapevolezza riguardo alle azioni preparatorie da attuare per assicurare il successo dei percorsi di cambiamento”.
Quin ed Engineering si sono trovate a intervenire in una realtà con un alto grado di complessità, a partire dalla raccolta dei dati: sono state infatti realizzate 22 interviste totali, coinvolgendo operatori di 9 diverse funzioni aziendali con un database globale di 140 domande. L’utilizzo del Quin Maturity X.0 in un contesto di questo tipo è stato fondamentale per compiere un’analisi molto approfondita in tempi ridotti, generando risultati misurabili, utili per definire con oggettività un piano di digital transformation sostenibile.
“In questo come in altri numerosi casi che abbiamo affrontato insieme a Quin, il Digital Maturity Assessment ha permesso di mappare i principali processi aziendali, facendo emergere in modo chiaro e misurabile le principali criticità e i maggiori gap con cui l’azienda sarà chiamata a confrontarsi lungo il percorso di trasformazione digitale – spiega Andrea Bertozzi – Spesso le aziende hanno la percezione di non avere sufficiente controllo sui propri processi, ma non sempre riescono ad individuare chiaramente quali siano gli aspetti prioritari su cui intervenire. Il Digital Maturity Assessment serve proprio a questo”.
L’analisi condotta sull’azienda oggetto dell’intervento ha evidenziato una complessità del contesto di riferimento del 51% con una predominanza di complessità di tipo emergente, dovuta da un lato alla necessità di operare all’interno di un modello di business orientato alla massima flessibilità verso le richieste del cliente, dall’altro alla dimensione internazionale e alla struttura dell’azienda, impegnata in una fusione e quindi portata a confrontarsi con le diverse logiche produttive delle due organizzazioni.
Per far fronte a un livello di complessità del 51%, la maturità globale dell’azienda deve quantomeno essere equivalente. In questo caso il livello di maturity misurato è del 53%, quindi è globalmente superiore a quello della complessità. Tuttavia non è sufficiente fermarsi alla maturità globale ma è necessario indagare il livello di maturità di ognuna delle aree aziendali individuate come prioritarie sulle tre dimensioni principali (processi, tecnologie, organizzazione).
Per far fronte a un livello di complessità del 51%, la maturità globale dell’azienda deve quantomeno essere equivalente. In questo caso il livello di maturity misurato è del 53%, quindi è globalmente superiore a quello della complessità. Tuttavia non è sufficiente fermarsi alla maturità globale ma è necessario indagare il livello di maturità di ognuna delle aree aziendali individuate come prioritarie sulle tre dimensioni principali (processi, tecnologie, organizzazione).
Dall’analisi sono emerse alcune aree critiche su cui l’azienda dovrà intervenire in modo prioritario con azioni correttive e di miglioramento.
“Per arrivare a questo risultato è stato fondamentale organizzare al meglio le interviste, a maggior ragione perché si era in pieno lockdown e tutto è stato gestito da remoto – spiega Luca Comello, Head of Business Consulting Quin – I nostri consulenti, infatti, non sono semplici ascoltatori, ma devono confrontarsi con gli intervistati ed entrare nel merito dei processi di business per comprendere le vere cause di eventuali valutazioni quantitative negative fornite dagli intervistati”
La digital maturity come elemento chiave per la digital transformation di un’azienda di medie dimensioni.
Nel secondo caso studio il Quin Maturity X.0 è stato utilizzato in un’azienda di medie dimensioni attiva nel settore luxury con proprio brand e in private label,con fatturato tra 50 e 100 milioni di euro e stretti legami con piccole aziende del territorio.
L’organizzazione si è rivolta a Engineering e a Quin per essere accompagnata nel percorso di crescita del proprio business, consapevole di operare in un mercato sempre più complesso e caratterizzato da una richiesta in aumento di prodotti personalizzati. La necessità era quindi di individuare i punti di debolezza e capire dove intervenire, definendo una roadmap basata su una analisi quantitativa e oggettiva.
Dall’assessment, condotto sulla base di 17 interviste totali con il coinvolgimento di operatori di 6 diverse funzioni aziendali e strutturate su un database globale di 120 domande, è emersa una complessità del contesto di riferimento del 51%, con una predominanza della tipologia emergente. A fronte di questo livello di complessità, il livello di maturità misurato è risultato del 45%, quindi non sufficiente.
L’analisi ha fatto emergere alcune criticità legate in particolare all’assenza di procedure strutturate e a un gap informatico che generavano inefficienza e perdita di marginalità. Le aree di intervento individuate come prioritarie sono state quelle dei processi e dell’organizzazione: era necessario intraprendere un percorso di cambiamento innanzitutto culturale prima di avviare con esiti positivi trasformazioni sul piano tecnologico.
“Il Quin Maturity X.0 – spiega Luca Comello – è stato il primo step di un’analisi che ha portato alla realizzazione della roadmap per la digital transformation e a individuare quattro processi chiave per l’azienda che dovevano essere reingegnerizzati: riposizionamento del brand, sviluppo prodotto, programmazione e acquisti. Solo successivamente è stato possibile procedere alla selezione e all’implementazione dei sistemi informatici per digitalizzare quanto definito, pianificato e condiviso”.
“L’importanza che un progetto di trasformazione digitale assume in azienda è fondamentale per definire il suo successo – conclude Andrea Bertozzi – Se le persone, in particolare quelle impegnate a livello manageriale, credono nella novità introdotta e ne comprendono i benefici, si crea una cultura aziendale che facilita la transizione verso il digital. Il cambiamento non si improvvisa, ma ci si prepara ad esso, non è sufficiente adottare nuovi software o strumenti tecnologici se non si ragiona a monte su un cambio di mindset e sulle criticità che potrebbero ostacolare la strada al cambiamento”.