Continua la crescita record per il settore food nel 2022, dopo aver segnato un +6.8% nel 2021. Un dato superiore a quello del PIL nazionale, che si è assestato al 6,6%. Un trend che non dovrebbe diminuire neanche nel 2023, con tassi di incremento previsti attorno al 4% annuo, più del doppio del PIL. I comparti food dove i ricavi sono maggiori risultano farine (11,4%), caffè (10%) e olio (9,7%), seguiti da latte e derivati (7,7%) e surgelati (5,5%). Questi i dati emersi dal Food Industry Monitor, l’osservatorio sul mondo food dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e di Ceresio Investors.
A fronte di questi risultati che fotografano una food industry in ottima salute, è fondamentale che un’azienda punti tutto sulla competitività, per mantenere o migliorare la sua posizione sul mercato. Un mercato, quello del food, che ha specificità che lo distinguono da altri comparti e che necessita quindi di azioni mirate. Il settore alimentare, infatti, richiede un’accurata gestione delle materie prime e del planning delle scorte di magazzino, in particolare nel caso dei freschi; inoltre deve garantire una piena tracciabilità della filiera produttiva e tenere conto di picchi promozionali o ciclicità, che richiedono un’accurata pianificazione della produzione.
I rischi di una mancata digitalizzazione e i vantaggi di una food industry 4.0
Questi aspetti, se non correttamente gestiti, possono generare criticità anche gravi, come è risultato evidente nei primi mesi della pandemia: per molte aziende, infatti, è stato complesso reagire agli immediati cambiamenti della domanda, la gestione delle scorte alimentari non è stata sufficientemente adeguata e, in molti casi, anche riorganizzare di conseguenza la produzione è risultato complesso e poco immediato. Tutto ciò si è tradotto in un abbassamento del servizio al cliente e in notevoli perdite economiche, unite a un calo della brand reputation aziendale.
Per far sì che l’organizzazione sia in grado di rispondere in modo flessibile ed efficace alle evoluzioni del mercato, è necessario investire sulla digitalizzazione dei processi e sulla ottimizzazione della supply chain. Due scelte strategiche che si traducono in importanti benefici: miglioramento dei livelli di servizio, maggiore reattività alle variazioni della domanda, abbattimento dei costi, incremento della produttività e, più in generale, aumento dei profitti.
Un piano di digitalizzazione aziendale, infatti, ottimizza l’intera filiera, consentendo di evitare sprechi di materia prima, di tagliare ordini, di richiamare meno prodotti e di ottimizzare l’impiego di personale e macchinari. L’impresa diventa quindi più sostenibile ed efficiente sul piano economico.
Vediamo ora i cluster principali per cui compiere la scelta digital può tradursi in una mossa vincente: le scorte di magazzino, la gestione della ciclicità del food e la tracciabilità alimentare.
Scorte di magazzino. Passare all’industria 4.0 alimentare aumenta il livello di servizio
Quando si parla di food, molto spesso ci si riferisce ad alimenti freschi, che in magazzino si traducono in numerose referenze e altrettante posizioni. Fondamentale in questo caso saper valutare con efficacia come gestire le scorte con scadenze più o meno ravvicinate – di mese in mese, di settimana in settimana, fino a giorno per giorno –. Riuscire a prevedere la domanda con maggior precisione permette di scegliere la combinazione di business driver più efficace, generando benefici sul piano produttivo, organizzativo, logistico ed economico.
Nel caso specifico dei freschi, ad esempio, una maggiore permanenza in magazzino coincide con l’aumento della perdita di valore di mercato. Un aspetto che le soluzioni gestionali tradizionali non gestiscono nel modo più efficace, non considerando la durata commerciale dei prodotti, anticipandone la scadenza o generalizzando in modo troppo ampio. Passare all’industria 4.0 per il settore alimentare, invece, significa risolvere queste criticità gestendo in modo più efficace il riapprovvigionamento e ottimizzando notevolmente il livello di servizio.
Tracciabilità del food. Quando la digitalizzazione è un vantaggio competitivo
Scegliere la digitalizzazione per la propria azienda nel comparto food ha notevoli vantaggi e non solo in magazzino. Poter reagire efficacemente alle variazioni dei prezzi e alle richieste dei consumatori sono altri due plus, che si uniscono a un elemento fondamentale per posizionarsi sul mercato come brand affidabile e di qualità: la tracciabilità.
Investire in digitalizzazione dei processi, in questo senso, significa poter avere accesso in ogni momento a ogni informazione relativa al prodotto, in ogni fase della filiera produttiva. Un vantaggio qualitativo anche in sede di audit, oltre a una possibilità oggettiva di controllare e monitorare con più efficacia tutti gli step che portano dalla materia prima al prodotto finito.
Integrando le linee di produzione grazie a software dedicati di ultima generazione, è possibile avere una fotografia dettagliata e trasparente di ogni singolo passaggio, con notevole risparmio di tempo e risorse: nel caso qualcosa dovesse andare storto, basterà semplicemente interrogare il software per individuare la criticità.
Stagionalità dei prodotti nel food industry 4.0. I vantaggi di una supply chain digitalizzata
Frutta, verdura, gelati, pandori e torroni tornano sui banchi dei supermercati in specifici periodi dell’anno. Stagioni o ricorrenze definiscono la tabella di marcia delle diverse referenze oggetto della produzione. A fronte di questa ciclicità, un’azienda deve essere in grado di attivare piani di food production planning e prevedere le scorte in modo da poter rispondere con successo alle richieste e alle discontinuità del mercato. In alcuni casi, la domanda può essere concentrata in momenti specifici, con volumi prevedibili: basti pensare al consumo di colombe nel periodo pasquale.
Non essere in grado di prevedere correttamente la domanda può impattare negativamente sull’intero sistema-fabbrica: dalla ridotta produttività degli impianti che vengono continuamente riprogrammati, agli straordinari richiesti alla manodopera per far fronte a boom di richieste, ad alti costi logistici e di approvvigionamento delle materie prime e degli imballaggi. Una catena di urgenze e soluzioni di fortuna, che si traducono irrimediabilmente in un basso livello di servizio nei confronti del cliente e spesso maggiori costi.
Questi rischi possono essere azzerati se le organizzazioni scelgono di avviare un processo di digitalizzazione, adottando soluzioni di production planning food rapidi e affidabili, attivi lungo tutta la supply chain. Attraverso queste infrastrutture digitali, l’intera fabbrica è connessa in ottica 4.0 e diventa possibile gestire le fluttuazioni di domanda in modo efficace: in tempi rapidissimi e con diverse tipologie di analisi per scenari, i software di pianificazione della produzione permettono di avere una fotografia dettagliata dell’intero contesto produttivo della fabbrica, sulla cui base poter prendere decisioni più informate e consapevoli, che si traducano in vantaggi aziendali.
Quin per Latteria Soresina. Il successo passa da una pianificazione digital delle vendite e delle operations
Riorganizzare i processi di pianificazione della produzione e delle vendite significa aumentare l’affidabilità delle consegne, la produttività degli impianti e ottimizzare gli investimenti in scorte. Un obiettivo che Latteria Soresina, storica azienda lattiero casearia ha raggiunto grazie al supporto di Quin.
Il progetto di digital transformation della Supply Chain della prima produttrice al mondo di Grana Padano, nasce all’interno della partnership tra Quin e il MADE Competence Center Industria 4.0. La riorganizzazione è stata avviata con un assesment dei processi aziendali, che si è poi concretizzato nell’adozione di un processo di Sales and Operations Planning supportato da moderni strumenti informatici. Un progetto di ampio respiro che ha già portato i primi importanti risultati sul piano dell’efficientamento della produzione, delle vendite e nell’impiego delle risorse sia sul breve, che sul medio periodo.